PROTAGONISTI DA TOKYO2020 I’M THE TV GUY

PROTAGONISTI DA TOKYO2020 I’M THE TV GUY

Molti di noi hanno avuto l’onore di lavorare con una leggenda del Broadcast come Peter Wharram

durante la produzione di Roma e le successive olimpiadi. Gli abbiamo chiesto:
Potresti brevemente raccontarci la tua esperienza nell’industria televisiva? «Lavoro nella televisione dall’età di 20 anni. Ho finito gli studi e ho fatto domanda per un lavoro presso Channel 7 a Perth, in Australia. Ho iniziato come ingegnere di trasmissione e mi sono cresciuto   professionalmente ottenendo tutti i miei certificati; la formazione che abbiamo ricevuto a Channel 7 è stata intensa e mi ha dato molta esperienza. Ho lavorato con la produzione, ero un operatore di ripresa, RVM, luci, audio ecc. Dopo molti anni di apprendimento, sono passato alla produzione e alla regia. Mi sono dimesso da Channel 7 e ho fatto domanda ad una nuova stazione televisiva Channel 10 a Perth che doveva essere costruita e lanciata in un anno. Ho iniziato con loro nel 1987 e mi sono divertito a Channel 10 ma mi sentivo trattenuto, mi sono licenziato da Channel 10 per diventare freelan

ce nel 1991. mi è stato detto che era una scelta stupida e nessuno aveva mai sentito parlare di freelance allora. Io non avevo un computer, così scrissi lettere a due società internazionali facendo domanda per la Coppa del Mondo FIFA e le Olimpiadi. Lavorare sodo per arrivare a un livello internazionale, ecco quale era il mio desiderio, e alla fine è stato ripagato e ho iniziato i miei ruoli internazionali. Questo è stato il momento in cui ho iniziato la mia posizione di responsabile tecnico della sede, VTM.
Grazie all’esperienza maturata in tutti i settori della produzione televisiva era il ruolo che mi calzava meglio».
Sei stato VTM a Euro2020 a Roma. Come è stato lavorare in Italia e con gli italiani? «EURO2020 a Roma è stato fantastico.  Quando sono stato chiamato per lavorare al progetto  ero entusiasta. Mi è stato detto che sarebbero stati tempi difficili a causa del Covid-19 a Roma, le restrizioni, le normative e tutte le difficoltà organizzative che possono conseguirne.
Il mio team tecnico era una combinazione di inglesi, che hanno fornito l’unità mobile Telegenic, e di italiani. Non ho mai incontrato una troupe così, in nessun luogo, dove muovendomi nella venue era sempre un “Ciao Peter! Ciao Peter! Ciao Peter!..” è stata una sensazione incredibile per me! la sensazione di lavorare in una squadra, il legame e le amicizie, hanno reso questo un super team!
Beh, davvero un momento fantastico per me; su 120 grandi internazionali, Roma é nella mia top 10 e questo per la squadra con cui ho lavorato».
Sempre rispettando il Codice di condotta di OBS, potresti dirci le tue impressioni sull’esperienza giapponese? Hai incontrato atri colleghi italiani anche lì ? «Tokyo 2020, ci chiedevamo tutti se sarebbe mai arrivato, ma alla fine è stato un successo ed oggi anche questa straordinaria avventura è finita. Seguendo le regole e le linee guida lavorare in una bolla è stato molto difficile per tutti coloro a cui non era permesso uscire dagli hotel la sera. Questa situazione, ha reso questo lavoro molto diverso dagli altri, ma è il momento che tutti stiamo affrontando. Viaggiare in giro per fare questi lavori internazionali è fantastico per me perché negli anni incontri tante persone e speri di poterne incontrare tante altre e lavorare di nuovo con loro al tuo fianco.

Quando sono arrivato nella mia venue a Tokyo, ho incontrato altri italiani. Roberto mi ha subito detto che gli amici di Roma mi ricordavano e salutavano. E’ stato fantastico ricordare i bei momenti ancora una volta. E’ molto facile lavorare quando vedi volti familiari e ti rende molto felice di lavorare con un buon equipaggio. Il mio ultimo era composta da Cechi, Croati, Italiani, Inglesi, Canadesi.. E anche questo è fantastico, lavorare con un gruppo di persone e culture differenti in armonia. Ancora grazie a tutti gli amici italiani».
Grazie a te Peter, a presto!