ESSERE SPECIALI di Sandro De Manincor

ESSERE SPECIALI di Sandro De Manincor

di Sandro de Manincor


Essere speciali. Questo è il motto che caratterizzerà il nostro comparto nel periodo prossimo. Comparto che, e lo sappiamo bene, soffre enormemente. L’errore però è quello di ridurre la sofferenza ai significativi cali economici, alle difficoltà del mercato, alle speculazioni di qualche avventuriero che svende produzioni televisive. Tutte cose che viviamo sulla nostra pelle, importanti certamente per il fabbisogno quotidiano, ma incapaci di risolvere i veri problemi.  Il vero dato di fatto è che il mercato delle produzioni televisive e del mondo dell’audiovisivo sta vivendo una trasformazione profondissima dove, in parecchi casi, il rimanere ancorati a schemi e metodi “tradizionali” significa morte certa. Ve lo dice uno come me che, per esperienza ed età è spesso, emotivamente, nostalgicamente ed affettivamente legato a metodi e schemi classici e ben collaudati. Di fatto, invece, se vogliamo non confonderci nel mare magnum della comunicazione generale, stiamo andando verso una “iperspecializzazione” delle professioni con la necessità di formare figure capaci di avere una visione complessiva dell’intera filiera produttiva, dei writers, degli addetti all’animazione ed effetti speciali, dei maghi della art-computer graphics, dei creativi provocatori, dei piloti, dei produttori di immagini.  Anche per differenziarsi fra professionisti ed amatori entusiasti. La sfida vincente resta quindi quella di far convivere professioni tradizionali con nuove professioni, con i necessari aggiornamenti di ruoli, funzioni, competenze; multimansioni comprese. E se ne esce solamente con cospicui investimenti in formazione, coinvolgendo colleghi, esperti, università, fenomeni, protagonisti, a volte “involontari, del sistema mediatico. Insomma, con un bel po’ di studio. In caso contrario il rischio resta quello della recessione del numero delle persone impiegate e l’essere sotto scacco da parte delle tecnologie. Pensiamo ad esempio alle gestioni in remoto.E questo avvalora ancora una volta che  ”la differenza la fa le persone”, e cioè noi. Broadcasteam si impegnerà certamente in questo senso, unica garanzia per il futuro, condividendo esperienze del passato con le nuove opportunità. Lo deve fare assieme ai services, proprietari del “ferro”, sia pur tecnologico, spesso ancora troppo ancorati a schemi classici. Una crescita collettiva capace di esprimere talenti e produrre novità. Questo è il domani, anche se prossimo, che si basa su quello che faremo oggi. Un quotidiano fatto ancora di scarse tutele, di poca difesa della propria professionalità, di tirare sempre coperte troppo corte. A scapito di chi lavora e della qualità del risultato finale, con pure la responsabilità e complicità diretta di parecchi di noi. E allora, siamo semplici operai inseriti in una catena di produzione o protagonisti “speciali” di un processo creativo e professionale? Per ora basterebbe essere buoni ”maestri artigiani” .  L’essere “speciali” lo lasciamo con ammirazione a tutti quelli che, superando mille enormi difficoltà, difendono i colori nazionali alle Paraolimpiadi, ottimamente riprese da tanti nostri colleghi. Da loro dobbiamo trarre l’insegnamento che, vale la pena “non mollare mai”, e con l’impegno, la forza e la solidarietà raggiungeremo i nostri obiettivi. In bocca al lupo, ragazzi!