DAMMI TRE PAROLE: PROFESSIONALITA, COLLABORAZIONE, RISPETTO

DAMMI TRE PAROLE: PROFESSIONALITA, COLLABORAZIONE, RISPETTO

di Sandro de Manincor


c’è chi dice che da questa difficile situazione, ne usciremo migliorati, ma la cosa mi lascia molto perplesso. Migliorati dove ? in cosa? e perchè? Se non ci lasciamo abbagliare dai finti abbracci solidali, la realtà vera è che ci ritroviamo tutti un po’ più aggressivi, più tristi e più diffidenti di prima. Soprattutto ora che, dopo la  fase acuta e inaspettata di inizio anno ci ritroviamo a fare i conti con una seconda e brutale ondata di incertezze, di confusione informativa, di ubriacatura da virologi contraddittori. E il nostro lavoro, quello bello e creativo svolto direttamente sul campo, ne risente eccome. Ansia e paura, sia per la propria salute e quella dei nostri cari, sia per la situazione professionale ed economica, la fanno da padrone e, probabilmente, inducono a comportamenti non proprio deontologicamente corretti, diventando complici o ostaggi di chi, altrettanto in preda alla disperazione, ne approfitta o all’opposto sta semplicemente raschiando il fondo del barile. Il rischio è quello di un impoverimento generale con la diretta conseguenza di un bel passo indietro nella qualità delle produzioni televisive, dei rapporti umani, delle condizioni economiche e contrattuali. La risposta a tutto ciò non è semplice e si basa, a mio avviso, su alcune parole chiave: professionalità, collaborazione, rispetto e solidarietà. Una professionalità seria e sviluppata che comprende la naturale capacità tecnico-creativa e l’esperienza, ma anche la voglia di crescere e sperimentare, e una formazione a tutto tondo sulla comunicazione, il comportamento, il saper far parte di un team. Una collaborazione reciproca non solo fra colleghi ed esperti ma fra tutti i protagonisti delle nostre complicate attività: services, broadcasters, associazioni e ordini professionali, sindacati di categoria, ognuno con il proprio ruolo, ma seduti intorno ad un tavolo a decidere insieme come trovare le migliori soluzioni, senza accanirsi nella difesa dei propri e unici interessi personali. E per finire il rispetto e la solidarietà. Spesso e forse in maniera esagerata ho affermato che i primi “nemici” della categoria siamo noi stessi, dando spazio all’individualismo o alla personale esigenza, scendendo a compromessi e “vendendoci” al miglior offerente, nella speranza di un futuro migliore. Non si tratta, sia ben chiaro, di rendere tutti uguali, di appiattire il sistema, di non riconoscere le qualità e i talenti che albergano in noi.  Anzi, la speranza sta proprio nella valorizzazione delle singole capacità e nel riconoscimento delle individuali professionalità ottenute spesso con grandi sacrifici, con passione, con qualche boccone amaro e grandi soddisfazioni che, anche se non sbandierate ai quattro venti, sono state il motore indispensabile per andare avanti. Serve quindi un salto culturale che ci permetta di mettere al primo posto il rispetto, riconoscendo le differenze e garantendo la giusta selezione, e la solidarietà, ottenuta anche condividendo le esperienze dei più bravi e fortunati con chi si è approcciato da poco a questo difficile lavoro. Un circolo virtuoso che, accanto alla naturale e sacrosanta difesa e tutela dei diritti, comprenda formazione, opportunità e occasioni professionali, convenzioni e condizioni vantaggiose per lo svolgimento sereno delle nostre professioni. Il tutto dipende specialmente da noi, e dalla nostra capacità di rimanere uniti. BroadcasTeam, che ho l’onore di presiedere, sta lavorando per raggiungere questi obiettivi e proprio per questo sta organizzando corsi formativi, studiando strumenti e opportunità tecnologiche, stringendo rapporti con aziende del settore, stimolando confronti con i datori di lavoro e, soprattutto, parlare con voi soci. Perché abbiamo bisogno del vostro impegno, delle vostre esperienze, della vostra disponibilità e serietà. Ci vorrà tempo per ottenere il riconoscimento ufficiale con un albo professionale, ma solo allora, saremo tutti un po’ migliori.