RIFLESSIONI SU L’ASSOCIAZIONE

di Davide Di Marco


L’associazione, nel diritto, indica un ente che è costituito da un insieme di persone fisiche o giuridiche (gli associati) legate dal perseguimento di uno scopo comune.
Andando nel dettaglio una associazione di categoria è la rappresentanza e tutela degli interessi di una specifica categoria produttiva o professionale ovvero l’insieme di persone (fisiche o giuridiche) che esercitano un’attività economica,  lavorativa sia essa pubblica o privata.  (Wikipedia)
Da questo possiamo definire l’associazione come un gruppo di persone che, in base a delle regole da loro stabilite e servendosi di una stabile organizzazione, decide di perseguire uno scopo comune, solitamente altruistico o a beneficio della collettività (la totalità); in essa i soci hanno uguali diritti e doveri e tutti possono partecipare in base al loro contributo personale.
Un’associazione è per definizione un ente democratico, in cui l’assemblea dei soci è sovrana; sono  proprio l’uniformità del rapporto associativo e la democraticità dell’Ente, che determinano la libera eleggibilità di ciascun socio all’organo direttivo. E proprio l’esistenza di elezioni in ambito associativo intende impedire che un numero limitato di associati possa assumere il controllo dell’ente di cui fanno parte con la finalità di ottenere benefici personali.
Non a caso in tutti gli enti associativi, i soci regolarmente iscritti hanno diritto di:
• partecipare all’Assemblea dei Soci e di votare direttamente per l’approvazione e le modifiche dello Statuto, dei Regolamenti, per l’approvazione del bilancio annuale, per la nomina degli organi associativi (Consiglio Direttivo) e di impugnare le delibere degli stessi organi;
• partecipare alla vita associativa e alle attività sociali;
• ricevere periodicamente informazioni circa la vita associativa.

Questa è l’associazione. Il principio di democraticità non esclude che esista una diversità di vedute, perché ci saranno sempre: deve però essere atto alla crescita associativa e non ostacolo della stessa. Non può e non deve diventare uno strumento di privazione della credibilità, il confronto deve mantenersi in un ambiente democratico e non come uno scontro volto alla delegittimazione del singolo, altrimenti l’associazione non potrà mai definirsi tale. Personalmente credo che BTI abbia fatto dei passi da gigante nell’ultimo anno. Ho seguito pressoché la totalità dei corsi promossi dal CTS, trovandoli di grande utilità ed importanza. Siamo strutturati in maniera tale da essere assicurati, abbiamo consulenze legali e finanziarie. Abbiamo aperto tavolo di discussione, iniziato un dialogo con i nostri diretti datori di lavoro. E lo abbiamo fatto come associazione e non come singolo.
Il percorso sarà lungo e la guerra non si vince nell’immediato. Saranno molte le battaglie, alcune vittoriose, altre saranno sconfitte anche cocenti, ma da queste potremo imparare.
Non buttiamo all’aria ciò che di importante è stato fatto.