SAPER GUARDARE AVANTI

SAPER GUARDARE AVANTI

di Sandro de Manincor


Il maledetto Covid se n’è portato via un altro. Questa volta il ricordo va a Marco Bogarelli, manager di alto livello, a volte discusso e criticato, che con il nostro lavoro centrava molto. L’hanno definito superficialmente ”uomo dei diritti TV” ma in realtà era molto di più. Le sue intuizioni e le sue conseguenti creature hanno letteralmente stravolto il mondo dello sport, creando opportunità incredibili ed evoluzioni che, direttamente e indirettamente, hanno creato migliaia di posti di lavoro e dato visibilità alle nostre professioni. Ricordo perfettamente le mie prime collaborazioni nel mondo dello sci con la sua Media Partners (prima Halva), poi diventata Infront Italy. Con lui lo sport diventava sempre di più spettacolo, sempre più prodotto televisivo e, proprio quest’anno, con gli eventi senza pubblico, ci siamo resi conto quanto importanti sono state le sue scelte. Di lui difficile per me dimenticare il sorriso; anche negli ultimi periodi, quando aveva oramai lasciato Infront Italy, in occasione della gara di Cortina, mi chiamava per un aperitivo sulla terrazza all’arrivo della pista e mi accoglieva con entusiasmo. Sia pur su livelli enormemente diversi, passavamo un’oretta insieme, da buoni coetanei con un bicchiere di vino in mano, e gli piaceva che gli raccontassi tutto, le novità, i sogni, le idee e qualche aneddoto in trentino, per le quali ricevevo in cambio il suo prezioso punto di vista. Il punto di vista di chi sa vedere lontano ed è “avanti”. Proprio lui che, anni prima, a fronte di registi famosi e superblasonati, accettò la proposta e il rischio di puntare su uno allora appassionato sconosciuto come il sottoscritto e sul progetto di costruire una squadra di professionisti giovani e entusiasti, da far crescere e da rispettare. Ne era soddisfatto e con il sorriso e una battuta mi faceva sentire grande, alimentando una stima reciproca.
Ma, negli anni, e soprattutto negli ultimi periodi, se da una parte lo sport televisivo si è evoluto sia qualitativamente sia quantitativamente, movimentando anche cifre da capogiro, non si è assistito invece alla naturale tutela, riconoscimento, crescita ed evoluzione delle persone che producono con grande impegno suoni e immagini che entrano nelle case di milioni di appassionati. Migliaia di professionisti, animati da passione vera, chiamati all’ultimo momento, costretti a volte ad accettarecondizioni al limite, messi in concorrenza fra loro, e spesso poco considerati. Una deregulation che favorisce avventurieri che, complici le difficoltà del mercato, ne approfittano mettendo in crisi chi, da una parte e dall’altra, opera correttamente e nel pieno rispetto delle regole. È ora quindi di guardare lontano anche noi e pensare che di fatto non ci sono fronti contrapposti fra committenti e lavoratori professionisti. Produttori, services, tecnici, professionisti, sono tutti sulla stessa barca e, nel rispetto di ciascun specifico ruolo, devono lottare per vedere garantiti i propri diritti e la propria professionalità. Devono essere i primi a mettere sul mercato la loro “bravura e capacità”, la loro crescita, il rispetto delle regole, in cambio di rispetto e riconoscimento e di quella ”stima” reciproca capace di isolare chi, invece, fa il furbo. Una grande operazione di “pulizia” che ha bisogno del sostegno di tutti, senza barricate, ma sedendosi allo stesso tavolo per individuare un percorso comune. Non è cosa facile certamente e servirà parecchio tempo, ma l’unica cosa certa è che, se non  guardiamo avanti, avremo tutti da perdere qualcosa. Guardare avanti, quindi, per progettare il futuro del nostro mestiere, fatto di creatività, tecnica, impegno e fatica e ottenere, oltre alle naturali soddisfazioni, il giusto rispetto e riconoscimento. Crescita e qualità saranno garantite e gli spettatori ringraziano.