“CHE LI PAGHIAMO A FARE? AVANTI UN ALTRO!”


Qualche giorno fa, durante la puntata di Avanti un altro, il conduttore Paolo Bonolis ha scherzato sull’assenza di un cameraman dietro la telecamera e in una delle sue tante improvvisazioni l’ha sostituito con uno spettatore presente in sala, ironizzando sull’inutilità del professionista e concludendo con l’infelice battuta “Che li paghiamo a fa’?”. (vedi link al video) Di fatto sappiamo tutti che senza il prezioso lavoro di chi opera dietro le quinte sarebbe impossibile produrre qualsiasi programma televisivo, ma spesso questi professionisti sono “invisibili” a dispetto dell’enorme esposizione mediatica che hanno i personaggi proprio da loro ripresi. Ecco quindi una lettera aperta di  Broadcateam indirizzata al bravo conduttore Paolo Bonolis, nella certezza che la gag sia stato solo un “incidente di percorso” senza la volontà di mancare di  rispetto a tanti colleghi.  


Caro Paolo,
 
Ti seguiamo nei tuoi successi, da Bim Bum Bam a Ciao Darwin. Ci siamo anche trovati a ridere e scherzare come protagonisti delle tue gag improvvisate.
Il nostro lavoro, come il tuo, richiede sacrificio e dedizione, ma si svolge dietro le quinte. Scusa se oggi si rende necessario chiederti “la scena”, non solo per ribadire il nostro dispiacere per uno sketch mal riuscito, bensì per difendere la dignità della nostra professione.
OItre i tuoi programmi abbiamo ripreso ogni genere di evento o momento storico. I nostri occhi, prima dell’obbiettivo hanno inquadrato celebrità dello spettacolo, dello sport, ministri, Capi di Stato, Papi.. (anche Enrico, senza essere blasfemi).
Per questo ci sentiamo dei privilegiati, ma allo stesso tempo la nostra  è una professione che richiede molti sacrifici personali e famigliari, (che solo noi conosciamo) sempre più contraddistinta dalla precarietà.
Purtroppo la nostra posizione rimane dietro le quinte anche per le istituzioni, a volte dimenticati e esclusi come lavoratori dello spettacolo, anche dalle forme di aiuto che dovrebbero includerci in questo momento drammatico. Come se il nostro non fosse un lavoro. Fino ad arrivare a pensare che un figurante o una persona qualunque possa sostituirci in qualsiasi momento..
Amiamo questo lavoro e guardando i tuoi programmi  da casa come spettatori o rivediamo la sintesi della partita, ci piace pensare che l’ impegno, la passione e il sudore profusi, come quelli di  Ibrahimovic o del tuo più caro Lukaku siano ciò che ha reso possibile il magico spettacolo che è la televisione.